Abitare Connessioni
Sardarch
Documentazione fotografica
Mamoiada-Orani-Orgosolo-Ottana
Mi chiedo spesso se, tra qualche anno, questi luoghi e questi paesi della Sardegna rimarranno così, come li sto guardando in questo momento.
La ricerca si pone come resoconto di un processo di osservazione e analisi comportamentale dei tessuti edilizi storici; racconta la fenomenologia delle trasformazioni storiche di carattere urbano di alcune aree dell’isola. I casi studio infatti hanno come comune denominatore il tema dello spopolamento, dell’ibridazione morfotipologica e del “non finito”. Si vuol metter in evidenza come il ruolo del tempo, delle stratificazioni culturali, dell’abbandono, trasformino il paesaggio.
Da una commissione fotografica assegnata da Sardarch, società spin-off della Facoltà di Architettura di Cagliari, nasce e si concretizza un’indagine topografica e sociale, che discute da diversi anni le problematiche dei paesi in via di spopolamento.
L’incarico non aveva delle regole precise, attraverso una personale interpretazione degli spazi è nata quindi una mappatura quasi sottoforma di matrice, degli spazi che si presentavano al mio sguardo. Lo scenario di riferimento ha luogo nelle aree interne dell’isola e, in particolar modo in alcuni specifici paesi, interessati da imminenti traformazioni di carattere urbanistico.
Lo stato degli eventi ha portato il progetto a svolgersi in piena pandemia, situazione che ha invitato a nuova valutazione il concetto di abitare un luogo, della casa e dell’isolamento.
Il risultato è un catalogo morfo tipologico che illustra l’evoluzione dei caratteri abitativi di questi luoghi. In questo modo è possibile confrontare e misurare i processi evolutivi degli insediamenti. Utilizzando un linguaggio quasi iconografico ho evidenziato i caratteri formali di un habitat e quindi di una società che ha vissuto per lungo tempo il complesso rapporto con il paesaggio, traucendolo in determinate forme d’uso e figure territoriali.
Il metodo utilizzato per la produzione fotografica si riconosce attraverso la ripetizione e identificazione di quei caratteri temporali e comportamentali dei singoli luoghi studiati.
L’obiettivo è quello di fornire una documentazione che monitora i cambiamenti di questi luoghi così fragili e del significato che la società attribuirà, in futuro, al termine abitare.
Abitare connessioni non è “solo” un festival, ma molto di più. Ispirato alla lezione di Costantino Nivola e alla trama verde del pergolato che intreccia i fili e i legami delle comunità, il Festival, è pensato come un “intervento totale” che contribuisca a rifondare lo spazio pubblico, tessere relazioni, dipanare conflitti e trasformare i rapporti tra le persone, riportando le comunità in piazza, tra le strade, negli angoli nascosti tra le curve di intricate viuzze nelle quali si affacciano le tipiche abitazioni in granito e pietra, sulle scalinate delle chiese e lungo suggestivi itinerari immersi in un paesaggio aspro, selvaggio e pittoresco. Dal 2 al 7 Agosto Mamoiada, Orani, Orgosolo e Ottana saranno la scenografia di un ricco programma artistico che nasce dall’incontro e dalla felice contaminazione tra tradizione e iper-contemporaneità, tra la ricchezza delle tradizioni locali e visioni d’oltremare chiamate a misurarsi con un patrimonio culturale ancora integro. Obiettivo è produrre conoscenza attraverso la costruzione partecipata di nuovi mondi, più sostenibili, capaci di mettere al centro una comunità in e di relazione che si riappropria dei beni comuni rendendoli asset di un processo di riconnessione della catena di valore, di creazione di nuovo capitale sociale, di rifondazione di modelli neocomunitari reinterpretati grazie ai linguaggi contemporanei.
– Mamoiada
– Orani
– Orgosolo
– Ottana
Festival dei Borghi
Mamoiada-Orani-Orgosolo-Ottana
Aerocene – Studio Tomás Saraceno
by Lorenzo Mallori
OraniLab – DICAAR
by Faculty of Architecture, Cagliari
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